Dal 07 maggio al 04 giugno presso la Sala Arancio dell’IS Giovanni Falcone di Palazzolo sull’Oglio (Bs)

Amnesty International Italia è un’associazione attiva nella promozione di campagne che tutelano i diritti umani. Attraverso campagne di sensibilizzazione e mobilitazione dell’opinione pubblica, di educazione, di raccolta firme e di pressione sulle istituzioni da voce a chi non ha voce. I diritti umani, infatti, sono l’elemento fondamentale che consente ad ogni persona di vivere con dignità, in quanto essere umano.

E le donne? La campagna #iolochiedo permette di divulgare storie che ci aiutano a prendere consapevolezza del rispetto dei diritti delle donne, ponendo una maggiore attenzione al significato del consenso all’interno delle relazioni personali e/o di coppia.

Come ti sei vestita?” – “Secondo me è meglio che ti cambi!”“Mi stai controllando?”“Devi essere solo mia!”… Questi sono solo alcuni dei messaggi che denotano un mancato rispetto del valore della donna. Attraverso un percorso formativo, a scuola, con l’ausilio di Emilia Astore, referente di Amnesty International Italia, abbiamo preso coscienza dell’importanza di questo tema.

All’interno della campagna è stata allestita una mostra: Come eri vestita? – What were you wearing? che racconta storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subìta.

Si tratta di un progetto che nasce nel 2013 grazie a Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e la formazione sessuale dell’Università del Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert (responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas) e diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione LIBERE SINERGIE che ne propone un adattamento al contesto socio-culturale del nostro Paese.

L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita’.

I visitatori possono identificarsi nelle storie narrate e al tempo stesso vedere quanto siano

comuni gli abiti che le vittime indossavano. “Non è l’abito che si ha indosso che causa una violenza sessuale – aggiunge Brockman – ma è una persona a causare il danno. Essere in grado di donare serenità alle vittime e suscitare maggiore consapevolezza nel pubblico e nella comunità è la vera motivazione del progetto”.

In Italia, un importante cambiamento a favore dei diritti delle donne c’è stato nel 2013, quando è stata recepita – sia pure con due anni di ritardo rispetto all’adozione da parte del Consiglio d’Europa – la ‘Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica’.

La Convenzione qualifica la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e costituisce il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo contro qualsiasi forma di violenza di genere.

Ad oggi sono 34 gli Stati membri che hanno ratificato la Convenzione, ma pochi Paesi come Austria, Montenegro, Portogallo, Svezia e Olanda hanno emendato i rispettivi codici penali per definire lo stupro come “mancanza di consenso”, mentre nei restanti Paesi sono ancora in corso discussioni sulle modalità di emendare la propria normativa al riguardo.

Attraverso la campagna #iolochiedo, le classi partecipanti al progetto (3G, 3M, 4D, 4M), dopo gli incontri informativi, estremamente educativi, hanno progettato l’allestimento della mostra presso la Sala Arancio del nostro Istituto, che sarà visitabile dal 7 maggio al 4 giugno 2024. Noi studenti aderenti ci siamo immedesimati in scenari molto toccanti e, attraverso la lettura espressiva di alcune storie vere, abbiamo preso coscienza di questa drammatica realtà, condividendola e occupandoci poi della creazione del video promozionale della mostra, dei materiali grafici da pubblicare sui social media e della scrittura di questo stesso articolo.

I docenti delle classi interessate alla mostra “Come eri vestita – What were you wearing?” possono prenotare la visita attraverso questo link.

Un ringraziamento particolare all’associazione Amnesty International Italia, a tutti gli studenti e le studentesse aderenti al progetto e ai nostri docenti che ci hanno accompagnato durante tutto il percorso.

(Le informazioni presenti nel testo sono tratte da: “Io lo chiedo. Guida didattica per docenti ed educatori)

Le alunne della classe 4D

La progettazione del teaser per la mostra “Come eri vestita” è stata svolta dalla classe 3M dell’indirizzo tecnico grafico insieme al prof. Lucio Zogno. L’autrice del video selezionato tra tutti è l’alunna Viola Gandioli.